IL POETA: GIUSEPPE GIUSTI

Poeta toscano, nato a Monsummano Terme nel 1809, conosciuto per la sua verve ironica e satirica, scrisse decine di poesie e sonetti che ebbero un successo di pubblico e di mercato quando era ancora in vita tanto che Alessandro Manzoni lo volle conoscere e lo ospito a casa sua a Milano per oltre un mese.

«Son chicche che non possono esser fatte che in Toscana, che da Lei; giacché, se ci fosse pure quello capace di far così bene imitando, non gli verrebbe in mente d’imitare» scrive il Manzoni in risposta ad una esplicita richiesta del Giusti sul suo stile poetico. Il poeta muore a soli 41 anni, a Firenze, in casa del suo amico e poeta Gino Capponi. “Il Re Travicello” scritta nel 1841 è una poesia che, con verve satirica, sottolinea l’inadeguatezza morale del sovrano inetto, in questo caso Leopoldo II Granduca di Toscana, incapace ad esercitare qualsiasi forma di potere.

“Ad una donna” poesia del 1847 esalta invece il sentimento dell’amore, si ritiene fosse stata scritta per la bellissima marchesa d’Azeglio, moglie di Massimo, patriota e scrittore italiano, di cui il Giusti si era follemente innamorato.